Successione ereditaria: disposizione testamentaria a favore di successibili non identificabili è inefficace
- Rachele Bordi

- 30 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Con la sentenza n. 28221 del 2023, la Corte di Cassazione ha chiarito un principio fondamentale in materia di successione testamentaria:una disposizione a favore di soggetti non identificabili o indeterminabili è inefficace e non produce effetti giuridici.
Il caso ha riguardato un testamento nel quale il defunto aveva indicato come beneficiari “i miei amici” senza ulteriori specificazioni. Tale indicazione, secondo la Suprema Corte, non consente di individuare con certezza i destinatari dell’eredità, rendendo nulla o inefficace la disposizione.

Il principio espresso dalla Cassazione
La Cassazione ha ribadito che, ai sensi dell’art. 628 c.c., ogni disposizione testamentaria deve contenere l’individuazione certa del beneficiario.Quando il testatore non fornisce elementi sufficienti per identificare i destinatari, la disposizione è inefficace, poiché manca il requisito dell’oggetto determinato o determinabile.
Secondo la Corte:
l’identificazione può essere diretta (nome e cognome) o indiretta (tramite qualità, rapporti o contesti specifici);
l’uso di formule generiche (“i miei amici”, “i miei parenti”, “i poveri del paese”) è ammissibile solo se accompagnato da elementi oggettivi che ne consentano l’individuazione;
in assenza di tali elementi, la disposizione non può essere eseguita e si considera tamquam non esset, come se non fosse mai stata scritta.
Il caso concreto: un testamento troppo vago
Nel caso di specie, il testatore aveva redatto un testamento olografo in cui lasciava “parte dei propri beni ai miei cari amici”.Alla sua morte, più persone si dichiaravano “amici” del defunto, chiedendo di essere incluse nella successione.Il Tribunale, confermato poi dalla Corte d’Appello e dalla Cassazione, ha ritenuto la disposizione inefficace, poiché non consentiva di individuare con certezza i beneficiari.
La Corte ha osservato che la volontà testamentaria deve essere chiara, precisa e inequivocabile, anche se non redatta in forma tecnica. La genericità del termine “amici”, non supportata da ulteriori indicazioni (ad esempio luogo di residenza, frequentazioni, attività comuni), ha reso impossibile l’esecuzione della volontà del testatore.
Quando una disposizione testamentaria è valida
Affinché una disposizione a favore di soggetti collettivi o non nominativi sia valida, deve comunque contenere criteri di identificazione obiettivi.Ecco alcuni esempi di espressioni considerate valide dalla giurisprudenza:
“I miei nipoti figli di mio fratello Giovanni”;
“I dipendenti della mia azienda in servizio al momento della mia morte”;
“Gli studenti meritevoli dell’Università di Roma iscritti a giurisprudenza”.
In questi casi, il riferimento a una categoria determinata o determinabile consente l’esecuzione del testamento, anche se i nominativi precisi verranno accertati successivamente.
Conseguenze pratiche dell’inefficacia
Quando una disposizione testamentaria è ritenuta inefficace:
i beni indicati rientrano nell’eredità residua e vengono attribuiti secondo le regole della successione legittima;
eventuali soggetti che si ritengono beneficiari non hanno diritto a rivendicare quote sulla base di una disposizione invalida;
gli eredi legittimi (coniuge, figli, ascendenti) possono esercitare il loro diritto sull’intero patrimonio, come se quella clausola non esistesse.
Come evitare errori nella redazione del testamento
Molte controversie ereditarie nascono proprio da testamenti scritti in modo impreciso o ambiguo.Per questo è importante:
farsi assistere da un notaio o da un avvocato esperto in successioni ereditarie nella stesura del testamento;
indicare sempre in modo chiaro e completo i beneficiari;
evitare formule generiche che lascino spazio a interpretazioni;
aggiornare periodicamente il testamento, se cambiano le proprie relazioni personali o familiari.
Conclusioni
La sentenza Cass. n. 28221/2023 ribadisce l’importanza della chiarezza e precisione nella volontà testamentaria.Ogni disposizione deve consentire l’identificazione certa dei beneficiari, altrimenti il rischio è che il testamento non venga eseguito secondo la volontà del defunto.
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