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Accettazione tacita dell’eredità: onere della prova e comportamenti che manifestano volontà – Cassazione n. 390/2025

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 29 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Con la sentenza n. 390 del 2025, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilievo in materia successoria: l’accettazione tacita dell’eredità.Il caso riguardava un erede che, pur non avendo dichiarato formalmente la propria volontà di accettare, aveva compiuto atti di gestione dei beni ereditari. La Suprema Corte ha ribadito che non ogni comportamento del chiamato all’eredità implica accettazione, ma solo quelli che presuppongono la volontà inequivoca di subentrare nella posizione del defunto.


Accettazione tacita dell’eredità: onere della prova e comportamenti che manifestano volontà – Cassazione n. 390/2025

Cosa ha stabilito la Cassazione

La decisione chiarisce i confini tra semplici atti conservativi e atti di disposizione, che invece costituiscono accettazione tacita ai sensi dell’art. 476 del codice civile.Secondo la Cassazione:

  • L’accettazione tacita si configura quando il chiamato compie atti incompatibili con la volontà di rinunciare, ossia quando assume la veste di proprietario o gestore dei beni ereditari;

  • Non costituiscono accettazione gli atti di mera amministrazione o conservazione, come la custodia temporanea dei beni o la gestione per evitare danni;

  • L’onere della prova della volontà tacita di accettare grava su chi invoca l’avvenuta accettazione.

Questo principio tutela chi, trovandosi a gestire beni ereditari in attesa di decidere, non vuole rischiare di essere considerato erede automaticamente.


Esempi pratici di accettazione tacita

Per comprendere meglio la distinzione, la Corte ha fornito alcuni esempi di comportamenti che possono costituire accettazione tacita dell’eredità:

  • Vendita o locazione di un bene facente parte dell’asse ereditario;

  • Presentazione della dichiarazione di successione con finalità dispositive;

  • Richiesta di voltura catastale come proprietario;

  • Prelievo di somme dai conti del defunto per uso personale;

  • Partecipazione ad atti giudiziari in qualità di erede.

Sono invece considerati atti neutri — e quindi non configurano accettazione — la semplice vigilanza sui beni, la manutenzione urgente o la richiesta di inventario.


L’onere della prova e le implicazioni processuali

La sentenza n. 390/2025 ha ribadito che l’onere di provare l’avvenuta accettazione tacita spetta a chi la invoca in giudizio.In concreto, ciò significa che:

  • Il giudice deve valutare il comportamento del chiamato nel suo complesso, e non solo singoli atti isolati;

  • È necessario dimostrare che il soggetto abbia agito come proprietario e non come semplice custode;

  • Il valore probatorio di documenti, ricevute o dichiarazioni va analizzato in relazione all’intenzione effettiva del soggetto.

Questo principio garantisce maggiore certezza nei contenziosi successori, dove spesso i comportamenti sono ambigui o interpretabili.


Come evitare errori nella gestione dell’eredità

Chi si trova a gestire beni di un defunto prima di decidere se accettare o rinunciare deve agire con cautela.È consigliabile:

  • Evitare atti dispositivi o dichiarazioni di proprietà fino alla scelta definitiva;

  • Richiedere un inventario notarile per la gestione temporanea dei beni;

  • Rivolgersi a un avvocato esperto in diritto successorio per valutare tempi, conseguenze fiscali e rischi di responsabilità patrimoniale.

Un errore in questa fase può comportare l’accettazione implicita e l’assunzione dei debiti del defunto.


Conclusione

La Cassazione, con la sentenza n. 390/2025, ha ribadito che l’accettazione tacita non può desumersi da comportamenti ambigui o neutri: occorre un atto che esprima la volontà chiara di subentrare nella posizione del defunto.Un principio fondamentale per chi intende gestire correttamente una successione senza incorrere in responsabilità indesiderate.


Hai dubbi sull’accettazione di un’eredità o su come gestire i beni ereditari?

Affidati a una consulenza personalizzata: sono un avvocato esperto in diritto successorio e posso aiutarti a chiarire se i tuoi comportamenti configurano accettazione tacita, come tutelarti da eventuali rivendicazioni e come impostare correttamente la gestione dei beni ereditari.

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