Affidamento e rapporto parenti/ascendenti: la Cassazione chiarisce la legittimazione degli ascendenti nei procedimenti di affidamento (sent. n. 3539/2025)
- Rachele Bordi

- 4 nov
- Tempo di lettura: 2 min
La sentenza della Cassazione: tutela dell’interesse del minore come principio supremo
Con la sentenza n. 3539 del 2025, la Corte di Cassazione ha precisato che, nei procedimenti relativi all’affidamento dei minori, i nonni e gli altri ascendenti possono essere ammessi a partecipare solo in presenza di un interesse diretto e concreto del minore.Il principio cardine della pronuncia è chiaro: la partecipazione degli ascendenti non deve avere finalità personali o patrimoniali, ma deve essere funzionale a garantire il benessere psicologico e affettivo del bambino.
La Corte richiama l’art. 317-bis c.c., secondo cui “gli ascendenti hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni”, ma precisa che tale diritto non comporta automaticamente una legittimazione processuale piena nei giudizi di affidamento.

Legittimazione degli ascendenti: limiti e condizioni
La Cassazione ha chiarito che i nonni possono intervenire nel processo solo se dimostrano che la decisione sull’affidamento incide direttamente sui loro rapporti con il minore.In particolare, la legittimazione può essere riconosciuta quando:
il rapporto affettivo tra nonni e nipoti è consolidato e di rilevante importanza per la crescita del minore;
vi è il rischio che l’interruzione di tale legame possa nuocere al benessere del bambino;
i genitori, a causa di conflitti o decisioni unilaterali, impediscono o ostacolano i contatti con gli ascendenti.
In assenza di questi presupposti, l’intervento dei nonni nel procedimento viene considerato inammissibile, poiché non direttamente collegato alla tutela dell’interesse del minore.
Il ruolo dei nonni nella giurisprudenza recente
Negli ultimi anni la Cassazione ha più volte ribadito l’importanza del legame intergenerazionale.La Corte considera i nonni come figure di equilibrio in situazioni di conflitto familiare, capaci di fornire continuità affettiva e stabilità ai nipoti. Tuttavia, tale ruolo non deve trasformarsi in una sovrapposizione genitoriale: la loro presenza deve essere sempre subordinata al progetto educativo e relazionale stabilito dal giudice o dai genitori affidatari.
Questa sentenza del 2025 si inserisce in un filone giurisprudenziale volto a valorizzare la famiglia allargata come rete di supporto per i minori, pur nel rispetto dei limiti di competenza previsti dal codice civile.
Le implicazioni pratiche della decisione
Per gli operatori del diritto, questa pronuncia offre un chiarimento importante:la legittimazione degli ascendenti non è automatica, ma richiede un accertamento concreto sul rapporto con il minore e sull’impatto che la decisione giudiziale potrebbe avere su di esso.Ciò evita un eccessivo appesantimento dei procedimenti e tutela, al contempo, la centralità dell’interesse del bambino.
Conclusioni
La sentenza n. 3539/2025 della Cassazione rappresenta un punto di equilibrio tra due esigenze fondamentali: da un lato, la tutela dell’autonomia genitoriale; dall’altro, la valorizzazione del legame familiare allargato.Il diritto dei nonni a mantenere un rapporto con i nipoti non può essere ignorato, ma deve sempre passare attraverso la lente dell’interesse superiore del minore.
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