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Assegno di mantenimento per figli maggiorenni: limiti e obblighi del genitore

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 19 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Il tema dell’assegno di mantenimento per i figli maggiorenni è uno dei più complessi nel diritto di famiglia. Molti genitori credono che il dovere di mantenimento cessi automaticamente al compimento dei 18 anni, ma non è così.Secondo la giurisprudenza italiana, l’obbligo dei genitori può proseguire anche dopo la maggiore età, finché il figlio non raggiunge una reale autonomia economica.


Assegno di mantenimento per figli maggiorenni: limiti e obblighi del genitore

Quando cessa l’obbligo di mantenimento

La regola generale è che il genitore deve continuare a contribuire al mantenimento del figlio maggiorenne solo se questo non è ancora in grado di provvedere a sé stesso per cause oggettive.L’obbligo, quindi, non è automatico, ma dipende dalle circostanze.In particolare, cessa quando:

  • Il figlio ha terminato gli studi e dispone di un lavoro stabile o di un reddito sufficiente;

  • Il figlio rifiuta ingiustificatamente offerte di lavoro o non si impegna nella ricerca;

  • Il figlio abbandona il percorso di studi o non mostra una condotta responsabile.

La Cassazione ha più volte ribadito che l’obbligo di mantenimento non può prolungarsi all’infinito: il genitore non è tenuto a sostenere figli adulti che non si attivano per raggiungere l’indipendenza.


Determinazione dell’importo e modalità di versamento

L’importo dell’assegno dipende da diversi fattori:

  • reddito e capacità economica dei genitori;

  • esigenze del figlio (studio, formazione, salute, ecc.);

  • tenore di vita goduto in famiglia prima della separazione o del divorzio.

Il giudice valuta caso per caso e può stabilire che:

  • l’assegno venga versato direttamente al figlio maggiorenne, se economicamente capace di gestirsi;

  • oppure continui a essere versato al genitore convivente, se il figlio vive ancora con lui e dipende economicamente.

Inoltre, l’importo può essere ridotto o revocato in presenza di variazioni delle condizioni economiche o di nuove responsabilità familiari del genitore.


Come richiedere la modifica o la revoca

Se il figlio ha trovato un lavoro o ha raggiunto l’autosufficienza, il genitore obbligato può chiedere al tribunale la revoca o la riduzione dell’assegno.La procedura prevede:

  • la presentazione di un ricorso motivato, con prova del mutamento delle condizioni;

  • la possibilità di un’udienza di comparizione delle parti;

  • la decisione del giudice con un nuovo provvedimento esecutivo.

Al contrario, se il figlio perde il lavoro o ha nuove necessità (ad esempio spese mediche o universitarie), è possibile richiedere un aumento dell’importo.


Consigli pratici per i genitori

Per evitare conflitti e gestire correttamente l’obbligo di mantenimento:

  • raccogliere sempre documentazione aggiornata sulle condizioni del figlio (contratti, buste paga, iscrizione universitaria);

  • evitare sospensioni unilaterali dei pagamenti, che potrebbero comportare azioni giudiziarie o penali;

  • in caso di disaccordo, rivolgersi a un avvocato per la revisione dell’assegno o tentare una mediazione familiare.

Agire nel rispetto delle regole e con trasparenza tutela sia i diritti del genitore che l’interesse del figlio.


Se desideri rivedere l’assegno di mantenimento o hai dubbi sui tuoi obblighi verso un figlio maggiorenne, posso aiutarti. Sono un avvocato specializzato in diritto di famiglia e posso fornirti una consulenza personalizzata e tutela legale.

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