top of page

Affidamento condiviso e tempi di frequentazione: la Cassazione chiarisce in presenza di genitore con patologia cronica (sent. n. 16274/2025)

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 2 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Con la sentenza n. 16274 del 2025, la Corte di Cassazione è tornata ad affrontare un tema particolarmente delicato nel diritto di famiglia: la gestione dell’affidamento condiviso quando uno dei genitori è affetto da una patologia cronica.Il principio ribadito è chiaro: anche in presenza di condizioni di salute complesse, l’obiettivo primario resta l’interesse del minore, che va tutelato garantendo, ove possibile, la continuità del legame con entrambi i genitori.


Affidamento condiviso e tempi di frequentazione: la Cassazione chiarisce in presenza di genitore con patologia cronica (sent. n. 16274/2025)

Il caso concreto

La vicenda nasce da un ricorso presentato da una madre affetta da una patologia degenerativa, cui il Tribunale aveva limitato i tempi di permanenza del figlio minore.La donna lamentava che il provvedimento fosse discriminatorio e lesivo del principio dell’affidamento condiviso previsto dall’art. 337-ter del Codice Civile.

La Corte d’Appello aveva confermato la decisione, ritenendo che la malattia incidesse sulla capacità genitoriale, e quindi sui tempi di frequentazione.La Cassazione, invece, ha parzialmente accolto il ricorso, ribadendo che la malattia del genitore non può costituire, di per sé, un motivo per limitare la bigenitorialità, se non in presenza di un concreto pregiudizio per il minore.


Il principio espresso dalla Cassazione

La Suprema Corte ha chiarito che il diritto del minore alla bigenitorialità è un valore costituzionalmente protetto e che l’affidamento condiviso rappresenta la regola generale.Limitazioni o esclusioni possono essere disposte solo quando vi siano prove effettive di un rischio per l’equilibrio psico-fisico del minore.

La Cassazione ha quindi affermato tre principi fondamentali:

  • La patologia cronica di un genitore non comporta automaticamente la riduzione dei tempi di frequentazione.

  • Ogni decisione deve basarsi su valutazioni mediche e psicologiche specifiche, non su presunzioni.

  • Il giudice deve privilegiare soluzioni flessibili e personalizzate, anche prevedendo supporti esterni o la presenza di figure di sostegno.


Implicazioni pratiche

Questa pronuncia rafforza il principio che l’affidamento condiviso non è solo un diritto dei genitori, ma soprattutto una garanzia per il benessere del minore.In particolare:

  • Il giudice deve sempre motivare in modo puntuale ogni limitazione al diritto di visita;

  • Le condizioni di salute devono essere valutate caso per caso, con il supporto di consulenze tecniche;

  • Il genitore con patologia può richiedere modifiche flessibili ai tempi di visita, senza rinunciare alla propria genitorialità.

La Cassazione invita quindi i Tribunali a superare logiche stereotipate, valorizzando il ruolo genitoriale anche in situazioni di fragilità fisica o psicologica.


Tutela legale nei casi di affidamento

Quando le condizioni di salute incidono sulla gestione dei figli, è fondamentale presentare una richiesta ben documentata e conforme ai principi stabiliti dalla Cassazione. Un avvocato esperto in diritto di famiglia può assisterti nella predisposizione di istanze, nella raccolta di certificazioni mediche idonee e nel dialogo con i servizi sociali o con i consulenti tecnici nominati dal giudice.

Se stai affrontando una situazione simile, contattami per una consulenza personalizzata: insieme valuteremo la soluzione più idonea per tutelare sia i tuoi diritti genitoriali sia l’interesse dei tuoi figli.

Commenti


Non puoi più commentare questo post. Contatta il proprietario del sito per avere più informazioni.
bottom of page