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Confermato addebito della separazione alla moglie violenta

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 18 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

La violenza fisica all’interno della coppia rappresenta, secondo la giurisprudenza consolidata, una violazione talmente grave dei doveri matrimoniali da rendere automaticamente intollerabile la convivenza. L’ordinanza n. 5171 del 27 febbraio 2024 della Cassazione ribadisce con fermezza questo principio, confermando l’addebito della separazione a carico della moglie responsabile di aggressioni ai danni del marito.

Il caso nasce a Napoli, dove il Tribunale aveva già pronunciato la separazione con addebito alla donna, decisione poi confermata anche in appello. I giudici di secondo grado avevano ritenuto sufficiente un singolo episodio di aggressione per giustificare l’addebito, episodio che in realtà rappresentava solo uno dei comportamenti violenti più volte messi in atto dalla donna e che avevano minato in modo irreversibile l’equilibrio del matrimonio.


Confermato addebito della separazione alla moglie violenta

La Cassazione: irrilevante l’assoluzione penale

Nel ricorso, la donna contestava che la Corte d’Appello non avesse tenuto conto di una sentenza penale che l’aveva assolta dal reato di maltrattamenti. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato questa doglianza inammissibile: l’assoluzione penale non incideva sul nucleo motivazionale della sentenza civile, che si fondava su una ricostruzione più ampia e complessa della crisi coniugale.

In ambito civile, infatti, la valutazione del comportamento dei coniugi non coincide con quella penale: il giudice della separazione può fondare le proprie conclusioni anche su fatti non rilevanti penalmente.


Violenza fisica: basta anche un solo episodio

La ricorrente lamentava inoltre che la Corte territoriale avesse dato rilievo a un unico episodio di violenza, in contrasto — secondo lei — con la giurisprudenza. Ma proprio la Cassazione chiarisce l’opposto.

Il principio ribadito è cristallino:

  • la violenza fisica è una violazione gravissima dei doveri matrimoniali;

  • anche un solo episodio è sufficiente per l’addebito, se dimostra l’intollerabilità della convivenza;

  • non è necessaria la comparazione con il comportamento dell’altro coniuge;

  • non è rilevante che l’episodio violento sia successivo all’inizio della crisi.

Questo perché la violenza rappresenta un limite invalicabile: un gesto che frantuma il vincolo fiduciario e giustifica da solo la separazione e l’attribuzione della responsabilità.


La decisione finale

La Cassazione ha quindi rigettato il ricorso della donna, confermando l’addebito e condannandola al pagamento delle spese processuali.Una decisione che si inscrive nel solco di un orientamento fermo: la violenza domestica non ammette attenuanti né giustificazioni, e comporta automaticamente la responsabilità della crisi matrimoniale.


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