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Differenza tra affidamento congiunto e alternato e conseguenze pratiche

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 24 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel diritto di famiglia italiano, la questione dell’affidamento dei figli rappresenta uno degli aspetti più delicati nelle separazioni e nei divorzi.Capire la differenza tra affidamento congiunto e affidamento alternato è fondamentale per tutelare il benessere dei minori e garantire una gestione equilibrata della genitorialità.Vediamo in cosa consistono queste due forme di affidamento, come vengono decise e quali conseguenze pratiche comportano per i genitori.


Differenza tra affidamento congiunto e alternato e conseguenze pratiche

Cos’è l’affidamento congiunto

L’affidamento congiunto è oggi la forma più comune e preferita dai giudici, in quanto promuove il principio di bigenitorialità, cioè il diritto del figlio a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori.

In questa modalità:

  • le decisioni importanti (educazione, salute, residenza, scelte scolastiche) vengono prese congiuntamente dai genitori;

  • il minore vive prevalentemente con uno dei due, detto genitore collocatario;

  • l’altro genitore ha diritto a visite regolari, stabilite in accordo o dal giudice;

  • entrambi contribuiscono economicamente al mantenimento del figlio.

Si tratta quindi di un modello equilibrato, che punta a mantenere viva la relazione affettiva con entrambi i genitori pur garantendo una stabilità abitativa al minore.


Cos’è l’affidamento alternato

L’affidamento alternato prevede invece che il minore trascorra periodi di tempo uguali o simili con ciascun genitore, alternando la residenza presso l’uno o l’altro.

Questa soluzione, meno frequente, viene adottata solo quando:

  • i genitori risiedono in zone vicine;

  • esiste una forte collaborazione e un dialogo sereno tra le parti;

  • si ritiene che il minore possa mantenere stabilità emotiva nonostante il cambio di domicilio.

Pur garantendo un’equa presenza di entrambi i genitori, l’affidamento alternato può comportare difficoltà pratiche (logistiche, scolastiche o affettive) se non vi è un’adeguata organizzazione familiare.


Come decide il giudice l’affidamento

La decisione sull’affidamento spetta al giudice, che valuta esclusivamente l’interesse superiore del minore, sulla base di diversi fattori:

  • la capacità genitoriale e la disponibilità all’ascolto del figlio;

  • la stabilità affettiva e abitativa di ciascun genitore;

  • l’età e le esigenze del minore;

  • l’eventuale presenza di conflitti o episodi di violenza familiare.

Il giudice può anche ascoltare direttamente il minore, se ha compiuto 12 anni o se ritenuto capace di discernimento.


Conseguenze pratiche per i genitori

La scelta tra affidamento congiunto e alternato influisce su vari aspetti della vita quotidiana:

  • Residenza del minore: in caso di affidamento congiunto, di norma resta presso uno dei due genitori; in quello alternato si divide tra entrambi.

  • Mantenimento economico: in entrambi i casi i genitori contribuiscono alle spese, ma nell’alternato il contributo può essere più equilibrato.

  • Decisioni educative: nel congiunto devono essere condivise, mentre nell’alternato l’autonomia di ciascun genitore può essere maggiore nei periodi di permanenza.


Conclusioni

La distinzione tra affidamento congiunto e alternato riflette due diversi modi di intendere la genitorialità dopo la separazione.Mentre il primo favorisce la stabilità del minore con il coinvolgimento di entrambi i genitori, il secondo valorizza un’equa presenza ma richiede un alto grado di collaborazione.


Se stai affrontando una separazione o vuoi tutelare i tuoi diritti come genitore, posso aiutarti. Sono un avvocato esperto in diritto di famiglia e posso offrirti una consulenza mirata e comprendere quale forma di affidamento sia più adatta alla tua situazione.

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