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Divisione dei beni in caso di convivenza more uxorio: come funziona?

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 24 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Sempre più coppie in Italia scelgono la convivenza more uxorio, ovvero la vita insieme senza matrimonio o unione civile.Ma cosa accade in caso di separazione?A differenza delle coppie sposate, i conviventi non sono soggetti al regime patrimoniale della comunione dei beni, e questo può generare dubbi su come dividere casa, beni acquistati insieme e conti correnti.Vediamo come funziona la divisione dei beni secondo la legge e la giurisprudenza.


Divisione dei beni in caso di convivenza more uxorio: come funziona?

Convivenza di fatto e tutela giuridica

Dal 2016, la Legge n. 76/2016 (Legge Cirinnà) ha introdotto il riconoscimento giuridico della convivenza di fatto, distinguendola dal matrimonio e dalle unioni civili.Perché una coppia sia considerata “di fatto” occorre:

  • coabitazione stabile e continuativa;

  • reciproca assistenza morale e materiale;

  • registrazione della convivenza all’anagrafe del Comune.

Questa registrazione consente di godere di alcuni diritti civili, ma non determina automaticamente diritti patrimoniali come nel matrimonio.


Divisione dei beni comuni

In caso di cessazione della convivenza, la divisione dei beni segue le regole ordinarie del diritto civile.Ciò significa che:

  • ognuno mantiene la proprietà dei beni acquistati personalmente;

  • i beni acquistati insieme vengono divisi in proporzione al contributo economico di ciascuno;

  • se non è possibile dimostrare la quota, si presume una comproprietà al 50%.

È sempre consigliabile conservare prove di acquisti, bonifici o contributi per poter dimostrare la propria partecipazione economica.


Casa di residenza e spese comuni

Se la casa in cui si vive è di proprietà di uno solo dei conviventi, l’altro non ha diritto di restare nell’immobile dopo la separazione, salvo specifici accordi scritti.Tuttavia, il convivente non proprietario può chiedere un rimborso per i contributi significativi dati all’acquisto o alla ristrutturazione dell’immobile.

Esempio pratico:

  • Se il convivente ha pagato parte del mutuo o ha finanziato lavori di ristrutturazione, può richiedere la restituzione proporzionale della somma investita.


Contratti di convivenza: una tutela preventiva

Per evitare controversie, la legge consente ai conviventi di sottoscrivere un contratto di convivenza (art. 1, commi 50-65, Legge 76/2016), redatto da un avvocato o notaio.In tale contratto si possono regolare:

  • modalità di contribuzione alle spese comuni;

  • proprietà o uso dei beni acquistati durante la convivenza;

  • diritto di abitazione in caso di cessazione del rapporto;

  • modalità di divisione dei beni.

Questo strumento, ancora poco utilizzato, è fondamentale per garantire trasparenza e tutela legale reciproca.


Conclusioni

La convivenza more uxorio non comporta automaticamente diritti patrimoniali, ma la legge offre strumenti per tutelare entrambe le parti in caso di rottura.Prevedere regole chiare fin dall’inizio evita contenziosi e consente una gestione equa della separazione.


Se stai affrontando la fine di una convivenza o vuoi tutelarti con un contratto di convivenza, puoi contattarmi. Sono un avvocato esperto in diritto di famiglia e posso fornirti assistenza legale su misura.

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