Separazione con casa di proprietà: chi resta nell’immobile familiare
- Rachele Bordi

- 24 ott
- Tempo di lettura: 2 min
La separazione tra coniugi solleva spesso una delle questioni più delicate: chi ha diritto di restare nella casa familiare?Quando l’abitazione è di proprietà, condivisa o di uno solo dei coniugi, la legge italiana prevede regole precise per tutelare soprattutto i figli e il coniuge più debole.Vediamo cosa stabilisce il codice civile, come decide il giudice e in quali casi è possibile chiedere la revoca o la modifica dell’assegnazione.

Assegnazione della casa familiare: cosa prevede la legge
L’art. 337-sexies c.c. disciplina l’assegnazione della casa familiare in caso di separazione o divorzio.Il principio fondamentale è la tutela dell’interesse dei figli minori o economicamente non autosufficienti.In altre parole:
la casa resta al genitore con cui vivono prevalentemente i figli;
se non ci sono figli, la casa non può essere assegnata a uno dei coniugi solo per ragioni economiche;
il proprietario conserva il titolo di proprietà, ma perde temporaneamente il diritto di abitare l’immobile.
L’assegnazione non comporta un trasferimento di proprietà, ma un diritto di godimento fino a quando persistono le condizioni che l’hanno motivata.
Casa intestata a uno solo dei coniugi
Quando l’immobile è intestato a uno solo dei coniugi, la decisione dipende dalla presenza di figli.Se ci sono figli minorenni o non autosufficienti, il giudice può assegnare la casa al coniuge non proprietario, purché convivente con i figli.In caso contrario, l’immobile resta nella disponibilità del proprietario e l’altro coniuge dovrà lasciarlo.
Casa in comproprietà tra coniugi
Nel caso di proprietà congiunta, la situazione è più complessa.Il giudice può:
assegnare temporaneamente l’immobile a uno dei coniugi;
prevedere un rimborso o indennità d’uso all’altro comproprietario;
ordinare, in casi estremi, la vendita dell’immobile e la divisione del ricavato.
La decisione tiene conto delle condizioni economiche, della disponibilità di altre abitazioni e del bene dei figli.
Revoca o modifica dell’assegnazione
L’assegnazione della casa familiare non è definitiva.Può essere revocata o modificata se:
i figli diventano economicamente autonomi;
il coniuge assegnatario inizia una nuova convivenza o matrimonio;
l’immobile non è più utilizzato come residenza familiare.
Il coniuge proprietario può quindi chiedere al giudice la restituzione dell’immobile, dimostrando che sono venuti meno i presupposti originari.
Conclusioni
La gestione della casa familiare dopo la separazione richiede equilibrio tra diritto di proprietà e tutela familiare.Affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia è essenziale per valutare la propria posizione, soprattutto se l’immobile è condiviso o intestato a uno solo dei coniugi.
Hai dubbi su chi può restare nella casa coniugale dopo la separazione? Contattami. Sono un avvocato specializzato in diritto di famiglia per ricevere assistenza su misura e tutelare i tuoi diritti.



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