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Eredità e debiti del defunto: come rispondere ai creditori

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 19 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando una persona muore lasciando debiti, gli eredi si trovano davanti a una delle questioni più delicate del diritto successorio: devono pagare i debiti del defunto?La risposta dipende dalle modalità con cui l’eredità viene accettata. La legge tutela gli eredi, offrendo diversi strumenti per evitare di dover rispondere con il proprio patrimonio personale.


Eredità e debiti del defunto: come rispondere ai creditori

Successione e debiti: il principio generale

Alla morte del de cuius, tutti i rapporti patrimoniali attivi e passivi si trasferiscono agli eredi. Questo significa che non solo i beni, ma anche i debiti entrano a far parte dell’asse ereditario.

Tuttavia, l’erede può scegliere tra tre possibilità:

  • Accettare l’eredità puramente e semplicemente, assumendo anche i debiti;

  • Accettare con beneficio d’inventario, limitando la responsabilità ai beni ereditati;

  • Rinunciare all’eredità, evitando qualsiasi obbligo verso i creditori del defunto.

Questa scelta è fondamentale e deve essere compiuta con consapevolezza, perché ha conseguenze legali e fiscali rilevanti.


L’accettazione con beneficio d’inventario

L’accettazione con beneficio d’inventario rappresenta la soluzione più prudente per gli eredi quando non si conosce con precisione la situazione patrimoniale del defunto.Con questo strumento:

  • il patrimonio del defunto rimane separato da quello dell’erede;

  • l’erede paga i debiti solo entro il valore dei beni ricevuti;

  • i creditori del defunto non possono aggredire il patrimonio personale dell’erede.

La dichiarazione deve essere resa davanti a un notaio o al cancelliere del tribunale entro tre mesi dalla morte (o entro 10 anni se l’erede non è ancora in possesso dei beni).


Rinuncia all’eredità: quando conviene

Quando i debiti superano i beni ereditari, la soluzione migliore è la rinuncia all’eredità.La rinuncia è un atto formale che deve essere depositato presso il tribunale del luogo di apertura della successione e comporta che:

  • l’erede viene considerato come mai chiamato all’eredità;

  • non risponde in alcun modo dei debiti del defunto;

  • la quota ereditaria passa ad altri eredi o allo Stato.

È una scelta che richiede cautela: una volta fatta, non può essere revocata se l’eredità è già stata accettata da altri.


I rapporti con i creditori del defunto

Dopo l’accettazione, i creditori del defunto possono chiedere il pagamento dei debiti agli eredi, ma solo nei limiti della loro responsabilità.In particolare:

  • i creditori devono esibire prove certe dei crediti (contratti, sentenze, fatture, ecc.);

  • in caso di accettazione con beneficio d’inventario, hanno diritto a essere soddisfatti in proporzione al valore dei beni ereditati;

  • gli eredi possono chiedere la liquidazione dell’eredità per estinguere i debiti in modo ordinato e definitivo.

Un’adeguata consulenza legale è utile anche per verificare se i debiti siano effettivamente esigibili o se siano prescritti.


Consigli pratici per gli eredi

Prima di accettare un’eredità, è opportuno:

  • fare un inventario completo dei beni e dei debiti;

  • consultare un notaio o avvocato per valutare la soluzione più conveniente;

  • evitare di utilizzare o vendere beni ereditari prima dell’accettazione, per non incorrere in un’accettazione tacita.

Una decisione avventata può comportare l’obbligo di rispondere di debiti molto superiori al valore dell’eredità ricevuta.


Se sei erede di una persona che ha lasciato debiti, contatta subito un avvocato esperto in successioni e diritto civile a Jesi come me. Valuteremo insieme se accettare o rinunciare all’eredità in modo sicuro e conforme alla legge.

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