Quando si può richiedere la sospensione dell’esecuzione forzata per morosità
- Rachele Bordi

- 23 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Ricevere un atto di esecuzione forzata (pignoramento, sfratto, sequestro) è una delle situazioni più delicate per un debitore. Tuttavia, la legge italiana prevede casi in cui è possibile chiedere la sospensione dell’esecuzione forzata, per evitare danni gravi e ottenere il tempo necessario per regolarizzare la propria posizione.Vediamo insieme in quali situazioni la sospensione può essere concessa, come funziona la procedura e quali sono i rimedi previsti dalla legge.

Cos’è l’esecuzione forzata
L’esecuzione forzata è la fase in cui il creditore, munito di un titolo esecutivo (ad esempio una sentenza, decreto ingiuntivo o contratto di mutuo), agisce per recuperare coattivamente il proprio credito.Le principali forme di esecuzione sono:
Pignoramento mobiliare, quando vengono aggrediti beni del debitore;
Pignoramento immobiliare, che colpisce case o terreni;
Pignoramento presso terzi, come conti correnti o stipendi;
Sfratto per morosità, nei contratti di locazione.
In alcune circostanze, tuttavia, il debitore può chiedere al giudice di sospendere o bloccare temporaneamente l’esecuzione.
Quando è possibile chiedere la sospensione dell'esecuzione forzata
La sospensione può essere concessa in presenza di gravi motivi, come:
Errore o nullità del titolo esecutivo (ad esempio decreto ingiuntivo non notificato correttamente);
Pagamenti già effettuati ma non riconosciuti dal creditore;
Condizioni di particolare difficoltà economica o stato di bisogno del debitore;
Procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento in corso;
Domanda di rateizzazione o accordo transattivo già presentato.
Il giudice valuta caso per caso e, se sussistono i presupposti, può sospendere l’esecuzione fino alla decisione definitiva.
Come presentare la richiesta di sospensione
La richiesta di sospensione deve essere presentata tramite istanza al giudice dell’esecuzione, con l’assistenza di un avvocato.La domanda deve contenere:
I dati delle parti e il riferimento alla procedura esecutiva in corso;
I motivi specifici per cui si chiede la sospensione;
La documentazione che dimostra il pregiudizio grave e imminente;
L’indicazione del provvedimento da sospendere (es. pignoramento, sfratto, sequestro).
Il giudice, sentite le parti, può decidere di sospendere temporaneamente l’esecuzione oppure respingere la richiesta se ritiene infondate le motivazioni.
Sospensione nel caso di sfratto per morosità
Nel caso degli sfratti per mancato pagamento dell’affitto, la sospensione può essere chiesta quando l’inquilino dimostra:
Di attraversare una grave situazione economica (malattia, perdita del lavoro, ritardi nella cassa integrazione);
Di aver avviato una procedura di sanatoria del debito o di aver chiesto il pagamento rateale;
Che lo sfratto compromette il diritto all’abitazione e alla tutela familiare.
In tali casi, il giudice può concedere una proroga esecutiva per permettere all’inquilino di trovare una soluzione abitativa alternativa.
Effetti della sospensione
Quando il giudice concede la sospensione:
Tutte le azioni esecutive si bloccano temporaneamente;
I termini processuali vengono interrotti fino alla decisione finale;
Il creditore non può procedere a ulteriori pignoramenti o vendite giudiziarie.
Se successivamente la richiesta viene respinta, la procedura riprende dal punto in cui era stata sospesa.
Conclusioni
La sospensione dell’esecuzione forzata rappresenta un importante strumento di tutela per il debitore, ma deve essere richiesta con motivazioni solide e documentate.Un supporto legale qualificato è essenziale per presentare correttamente l’istanza e aumentare le probabilità di successo.
Hai ricevuto un atto di pignoramento o uno sfratto per morosità? Rivolgiti a un avvocato esperto in diritto civile ed esecuzioni forzate a Jesi per valutare la possibilità di sospendere la procedura e tutelare i tuoi diritti.



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