Sfratto per morosità e opposizione dell’inquilino – cosa ha stabilito la Corte di Cassazione
- Rachele Bordi

- 28 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Con la sentenza n. 26719 del 2022, la Corte di Cassazione è tornata ad affrontare un tema molto frequente nel diritto delle locazioni: la morosità dell’inquilino e i limiti all’opposizione allo sfratto.Il pronunciamento chiarisce i poteri del giudice e i diritti delle parti in caso di ritardo nei pagamenti dei canoni e di opposizione al provvedimento di rilascio dell’immobile.

Il caso esaminato
Il proprietario di un immobile aveva intimato sfratto per morosità a un inquilino che non pagava da diversi mesi.L’inquilino, opponendosi, sosteneva che parte dei canoni fosse stata versata e che vi fossero vizi nell’immobile che giustificavano una riduzione del canone.Dopo alterne decisioni nei gradi precedenti, la questione è giunta in Cassazione, che ha chiarito punti essenziali su quando l’opposizione è fondata e quando, invece, è solo un mezzo dilatorio.
La decisione della Cassazione
La Suprema Corte ha stabilito che l’opposizione allo sfratto può essere accolta solo se l’inquilino dimostra con prove concrete:
di aver effettuato i pagamenti (anche parziali) dei canoni contestati;
oppure che l’inadempimento sia dipeso da cause non imputabili (ad esempio, difetti gravi dell’immobile o accordi di riduzione del canone).
In mancanza di tali elementi, l’opposizione è infondata e il giudice deve convalidare lo sfratto immediatamente, anche in presenza di eccezioni pretestuose.
Principi di diritto ribaditi
La Cassazione, nella motivazione, ha richiamato alcuni principi cardine del diritto delle locazioni:
L’inquilino deve provare puntualmente l’avvenuto pagamento dei canoni.
Le doglianze relative a difetti dell’immobile devono essere documentate e comunicate tempestivamente al locatore.
L’opposizione strumentale o tardiva può comportare condanna alle spese e risarcimento per lite temeraria.
Il giudice non può sospendere l’esecuzione dello sfratto in assenza di motivi seri e documentati.
Cosa comporta per locatori e inquilini
Per i proprietari, questa sentenza conferma la possibilità di ottenere tempi più rapidi di rilascio dell’immobile, evitando opposizioni pretestuose.Per gli inquilini, invece, rappresenta un monito: prima di proporre opposizione, è necessario:
avere prove certe dei pagamenti;
documentare eventuali vizi o inadempimenti del locatore;
rivolgersi a un avvocato esperto per valutare la reale fondatezza della difesa.
Conclusioni
La Cassazione n. 26719/2022 consolida l’orientamento secondo cui l’opposizione allo sfratto deve essere seria, motivata e provata.In caso contrario, l’inquilino rischia non solo di perdere la causa, ma anche di dover risarcire il locatore per i danni causati dal ritardo nella liberazione dell’immobile.
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