top of page

Assegno di mantenimento al coniuge dopo divorzio: convivenza stabile del beneficiario come motivo di revisione

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 2 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Con la sentenza n. 1486 del 2025, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilievo nel diritto di famiglia: l’incidenza della convivenza more uxorio (cioè stabile e duratura) del coniuge beneficiario sull’assegno di mantenimento riconosciuto dopo il divorzio.La Suprema Corte ha ribadito che una convivenza stabile e continuativa può incidere sulla misura o sull’esistenza stessa dell’assegno divorzile, in quanto altera il presupposto economico e solidaristico che lo giustifica.


Assegno di mantenimento al coniuge dopo divorzio: convivenza stabile del beneficiario come motivo di revisione

Il caso esaminato dalla Cassazione

Un ex marito chiedeva la revisione dell’assegno divorzile stabilito in favore dell’ex moglie, sostenendo che quest’ultima avesse instaurato da anni una nuova convivenza stabile, caratterizzata da comunanza di vita e sostegno economico reciproco.La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, ritenendo che la relazione non fosse sufficiente a far venir meno il diritto all’assegno.

L’uomo ricorreva allora in Cassazione, sostenendo che la convivenza fosse di fatto una “nuova famiglia” e che, quindi, fosse cessato l’obbligo di sostegno economico derivante dal precedente matrimonio.


Il principio affermato dalla Cassazione

La Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso, ha ribadito un orientamento ormai consolidato:

“La convivenza stabile e duratura del beneficiario con un nuovo partner incide sull’assegno divorzile, potendo comportarne la riduzione o la cessazione, poiché costituisce una nuova formazione familiare fondata su reciproca solidarietà economica.”

In particolare, la Corte ha sottolineato che:

  • La convivenza non occasionale e con condivisione economica esclude il presupposto solidaristico su cui si basa l’assegno divorzile;

  • Il giudice deve valutare caso per caso se la relazione presenti i requisiti di stabilità e continuità, anche attraverso indagini patrimoniali o testimoniali;

  • La mera frequentazione sentimentale non basta: serve la prova di un effettivo progetto di vita comune.


Le conseguenze pratiche

Il principio stabilito comporta importanti ricadute per entrambi gli ex coniugi:

  • Chi versa l’assegno può chiedere la revisione o la cessazione quando dimostra che l’ex coniuge ha intrapreso una convivenza stabile;

  • Chi riceve l’assegno deve essere consapevole che una nuova relazione duratura può incidere sul proprio diritto al mantenimento;

  • Il giudice potrà rimodulare la misura dell’assegno, tenendo conto della mutata situazione economica e familiare.

La sentenza si inserisce nel solco di un’evoluzione giurisprudenziale che interpreta l’assegno divorzile non come un diritto incondizionato, ma come strumento di riequilibrio basato su reali esigenze economiche e sul principio di solidarietà post-coniugale.


Come tutelarsi in caso di richiesta di revisione

In presenza di una richiesta di revisione dell’assegno divorzile, è fondamentale predisporre una difesa basata su prove concrete: documenti, testimonianze, dati economici e patrimoniali. Un avvocato esperto in diritto di famiglia può assisterti nel valutare se la convivenza incida effettivamente sui presupposti dell’assegno e nel formulare una strategia per proteggere i tuoi interessi economici.

Se stai affrontando una domanda di revisione dell’assegno divorzile, o se ritieni che le condizioni economiche del tuo ex coniuge siano cambiate, possiamo analizzare insieme la tua situazione e individuare la strada più efficace per ottenere o difendere il tuo diritto.

Commenti


Non puoi più commentare questo post. Contatta il proprietario del sito per avere più informazioni.
bottom of page