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Cassazione n. 15075/2025: PMA, madre intenzionale e riconoscimento dei diritti del minore

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 27 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Con la sentenza n. 15075/2025, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema delicato e di grande attualità: la procreazione medicalmente assistita (PMA) e il riconoscimento della madre intenzionale nei casi di coppie omosessuali femminili.La pronuncia segna un importante passo avanti nell’interpretazione del diritto di famiglia contemporaneo, ponendo al centro l’interesse superiore del minore e il principio di continuità affettiva.


Cassazione n. 15075/2025: PMA, madre intenzionale e riconoscimento dei diritti del minore

Il caso concreto

Il caso riguardava una coppia di donne che, dopo aver fatto ricorso alla PMA all’estero, si era separata.Solo una delle due era madre biologica del bambino, ma entrambe avevano condiviso la volontà di crescere il figlio.Alla rottura del rapporto, la madre biologica aveva negato all’ex compagna ogni contatto con il minore, costringendola a rivolgersi ai tribunali per il riconoscimento del suo ruolo genitoriale.

Il tribunale di merito aveva accolto parzialmente la domanda, riconoscendo la legittimità del legame affettivo, ma la Cassazione ha fatto un passo ulteriore.


La decisione della Cassazione

La Suprema Corte, con la sentenza n. 15075/2025, ha affermato che la madre intenzionale può essere riconosciuta come genitore legittimo, anche in assenza di legame biologico, quando la scelta di ricorrere alla PMA è stata consapevole, condivisa e stabile nel tempo.

La decisione si fonda su tre principi chiave:

  • Centralità dell’interesse del minore: il diritto del bambino a mantenere relazioni affettive con entrambe le figure genitoriali prevale su ogni altra considerazione formale.

  • Tutela della genitorialità sociale: la maternità non è solo biologica, ma anche frutto di una scelta consapevole e di una responsabilità condivisa.

  • Riconoscimento del ruolo della madre intenzionale: negare la possibilità di riconoscimento comporterebbe una violazione dei diritti fondamentali del minore alla stabilità familiare.


Le conseguenze pratiche della pronuncia

La sentenza apre la strada a un’evoluzione della giurisprudenza in materia di famiglie omogenitoriali e riconoscimento dei figli nati da PMA all’estero.

In particolare:

  • i tribunali dovranno valutare la volontà procreativa condivisa come elemento decisivo;

  • le madri intenzionali potranno chiedere il riconoscimento legale della genitorialità o, in alternativa, l’adozione in casi particolari ex art. 44 L. 184/1983;

  • la continuità affettiva del minore sarà criterio guida in ogni decisione.

Questa interpretazione appare coerente con i principi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che tutela il diritto dei minori a una vita familiare stabile e coerente con i legami affettivi reali.


Un’evoluzione della famiglia nel diritto italiano

La Cassazione ribadisce che la famiglia, secondo la Costituzione, non è solo quella “tradizionale”, ma un luogo di relazioni, responsabilità e affetto.Nel contesto attuale, il diritto deve adattarsi ai nuovi modelli familiari, garantendo tutela e pari dignità a ogni tipo di genitorialità, quando questa risponde all’interesse del minore.


Conclusione

La sentenza n. 15075/2025 rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali.La madre intenzionale non è più una figura “esterna” ma parte integrante del progetto familiare, la cui esclusione rischierebbe di danneggiare proprio chi il diritto deve proteggere di più: il minore.


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