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Paternità accertata dal Tribunale: il padre deve rimborsare le spese di mantenimento sostenute dall’ex compagna

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 22 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando un Tribunale accerta la paternità, il riconoscimento non produce effetti solo per il futuro: l’obbligo di mantenere il figlio si considera sorto fin dalla nascita, anche se l’uomo aveva negato la paternità o si era sottratto alle proprie responsabilità.

È proprio questo il principio riaffermato dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 19009 del 13 giugno 2022: il padre è tenuto a rimborsare le spese di mantenimento sostenute in via esclusiva dall’altro genitore, e se quest’ultimo è deceduto, l’obbligo si trasferisce direttamente al figlio, ormai maggiorenne.


Paternità accertata dal Tribunale: il padre deve rimborsare le spese di mantenimento sostenute dall’ex compagna

Il diritto al rimborso nasce dal principio di “regresso” tra genitori

La Corte ricorda che, quando un solo genitore ha sostenuto il mantenimento del figlio per anni:

  • ha diritto di ottenere dall’altro genitore il rimborso della quota che questi avrebbe dovuto pagare;

  • tale diritto nasce automaticamente dal momento in cui la paternità viene giudizialmente accertata;

  • il rimborso non è una “sanzione”, ma una naturale conseguenza dello status di genitore.

Il genitore che si è fatto carico da solo del figlio non può essere penalizzato dalla condotta dell’altro: chi ha eluso i propri doveri deve compensare economicamente quanto non ha contribuito.


Cosa succede se il genitore che ha sostenuto le spese muore?

Nel caso esaminato dalla Cassazione, la madre — unica persona che aveva provveduto al mantenimento della figlia fin dalla nascita — era deceduta.A questo punto, i giudici affermano che:

  • il diritto al rimborso si trasferisce alla figlia, ormai maggiorenne;

  • l’uomo deve versare direttamente alla figlia quanto avrebbe dovuto pagare alla madre;

  • l’obbligazione economica non si estingue con la morte del genitore che aveva sostenuto le spese.

Una decisione che tutela il diritto del figlio a beneficiare anche economicamente del riconoscimento di paternità.


Come si calcola il rimborso? Non basta guardare all’assegno stabilito per il futuro

La Cassazione precisa che il rimborso non può essere calcolato semplicemente applicando l’importo dell’assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale al momento della decisione.

Il giudice deve invece valutare:

  • le spese effettivamente e presumibilmente sostenute dal genitore che ha provveduto da solo;

  • il tenore di vita che il figlio aveva diritto di mantenere;

  • i redditi e il patrimonio di entrambi i genitori nell’epoca in cui il mantenimento è stato sostenuto;

  • le necessità reali del minore, documentate o desumibili secondo normalità.

L’importo deve dunque essere calibrato sulla situazione concreta, nel rispetto dei diritti del figlio e dell’equità tra i genitori.


Se devi avviare un procedimento di riconoscimento di paternità, richiedere un rimborso delle spese sostenute o difenderti in un giudizio di questo tipo, affidarti a un avvocato esperto in diritto di famiglia è fondamentale per tutelare i tuoi diritti.Contattami per una consulenza dedicata e riservata.

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