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Procedura di interdizione e inabilitazione di un genitore: quando e come si applica

  • Immagine del redattore: Rachele Bordi
    Rachele Bordi
  • 20 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Nel diritto di famiglia, la responsabilità genitoriale comporta doveri fondamentali nei confronti dei figli, come la cura, l’educazione e la tutela dei loro interessi. Tuttavia, in determinate situazioni, un genitore può perdere temporaneamente o definitivamente la capacità di esercitare tali funzioni.In questi casi, la legge prevede strumenti di protezione come l’interdizione e l’inabilitazione, misure che mirano a salvaguardare i figli e il patrimonio familiare quando uno dei genitori non è in grado di adempiere ai propri doveri.


Procedura di interdizione e inabilitazione di un genitore: quando e come si applica

Cos’è l’interdizione e quando si applica

L’interdizione è un provvedimento con cui il tribunale dichiara una persona incapace di intendere e di volere in modo permanente o grave, nominando un tutore che ne assuma la rappresentanza legale.Si tratta di una misura estrema e definitiva, applicata solo quando il soggetto non può più gestire la propria vita personale e patrimoniale.

I casi più frequenti riguardano:

  • gravi malattie psichiche o degenerative;

  • incapacità totale di comprendere le proprie azioni;

  • comportamenti che mettono a rischio i figli o il patrimonio familiare.

L’interdizione è disposta dal Tribunale civile, su richiesta di:

  • un familiare (coniuge, figli, genitori o fratelli);

  • il pubblico ministero;

  • o il soggetto interessato, se ancora capace di manifestare la volontà.

Durante il procedimento, viene nominato un giudice tutelare e un consulente tecnico (psichiatra o psicologo) per accertare le condizioni mentali del genitore.


Cos’è l’inabilitazione e quando si applica

L’inabilitazione è una misura meno grave rispetto all’interdizione.Si applica nei casi in cui una persona, pur parzialmente capace, non sia in grado di gestire in modo pienamente consapevole i propri interessi.A differenza dell’interdizione, l’inabilitato conserva una limitata autonomia, ma deve essere assistito da un curatore per compiere gli atti più importanti, come la vendita di beni o la gestione di denaro.

Si ricorre all’inabilitazione in presenza di:

  • disturbi mentali non gravi ma permanenti;

  • abuso abituale di alcol o sostanze stupefacenti;

  • comportamenti che compromettono il benessere economico o familiare.

L’obiettivo della legge è quello di proteggere senza escludere, garantendo al soggetto una tutela proporzionata alle sue capacità residue.


Effetti sull’esercizio della responsabilità genitoriale

Quando un genitore viene interdetto o inabilitato, la sua capacità di esercitare la responsabilità genitoriale viene limitata o sospesa.Nel caso di interdizione, la rappresentanza dei figli passa automaticamente all’altro genitore o, se non possibile, a un tutore nominato dal giudice.

In caso di inabilitazione, invece, il genitore può continuare a partecipare alle decisioni relative ai figli, ma solo con l’assistenza del curatore.Il giudice valuta sempre se la presenza del genitore inabilitato sia compatibile con il benessere dei figli e può adottare misure personalizzate per garantire la loro tutela.


Come si svolge la procedura

Il procedimento di interdizione o inabilitazione segue questi passaggi principali:

  1. Deposito del ricorso presso il tribunale del luogo di residenza dell’interessato;

  2. Nomina di un giudice tutelare e di un consulente tecnico per valutare la capacità del genitore;

  3. Audizione del soggetto e dei familiari;

  4. Sentenza del tribunale, che dichiara l’interdizione o l’inabilitazione e nomina il tutore o curatore.

Il provvedimento può essere revocato o modificato se le condizioni della persona migliorano nel tempo.


Consigli pratici

In presenza di situazioni di incapacità parziale o temporanea, è possibile considerare soluzioni alternative meno invasive, come:

  • l’amministrazione di sostegno, che tutela la persona solo negli atti necessari;

  • la nomina preventiva di un fiduciario, utile a pianificare la gestione patrimoniale;

  • il ricorso alla mediazione familiare, per garantire la serenità dei figli durante il procedimento.

Un approccio prudente e ben gestito evita conflitti e tutela i diritti di tutti i membri della famiglia.


Se sospetti che un familiare non sia più in grado di esercitare correttamente la responsabilità genitoriale, è importante agire. Contattami: sono un avvocato esperto in diritto di famiglia a Jesi e valuteremo la misura più adatta e per ottenere tutela legale.

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